Radio Popolare
Le geografie di Pasolini
Le geografie di Pasolini
Un viaggio tra le geografie di un autore universale a 100 anni dalla sua nascita

Il più recente

Franca e Giovanna
Le geografie di Pasolini di venerdì 04/03/2022
calendar_today 04/03/2022 10:31
“(...) nel ‘45 “fu tutt’un’altra cosa”. Quei figli di contadini, divenuti un poco più grandi, si erano messi un giorno un fazzoletto rosso al collo ed erano marciati verso il centro mandamentale, con le sue porte..e i suoi palazzetti veneziani. Fu così che io seppi ch’erano braccianti, e che dunque c’erano i padroni. Fui dalla parte dei braccianti, e lessi Marx”.
Da "Poeta delle Ceneri in Bestemmia", Poesie disperse II.

FOTO: Franca Vannini, abitante dell'Idroscalo, popolare quartiere alla foce del Tevere che oggi potrebbe essere il luogo ideale dei personaggi dei racconti e dei film di Pasolini, e Giovanna Marini, musicista e cantante.
Altri
Radio Popolare
Le geografie di Pasolini di giovedì 03/03/2022
calendar_today 03/03/2022 10:31
"Ma la maggior parte della mia vita la trascorro al di là del confine della città, oltre i capolinea, come direbbe, ermetizzando, un cattivo poeta neorealista. Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l'erba, la giovinezza: è un vizio molto più tremendo di quello della cocaina, non mi costa nulla, e ce n'è un'abbondanza sconfinata, senza limiti... E io divoro, divoro... Come andrà a finire non lo so..."
Da "Racconto la mia vita, scheda autobiografica".

FOTO: Una lapide con una frase dell’ode “Il pianto della scavatrice” nel Parco Letterario Pier Paolo Pasolini in Via dell’Idroscalo realizzato nel luogo dove venne ritrovato il corpo di Pasolini senza vita il 2 Novembre 1975.
Pasolini e il calcio
Le geografie di Pasolini di mercoledì 02/03/2022
calendar_today 02/03/2022 10:31
“Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. Il cinema non ha potuto sostituirlo, il calcio sì. Perché il teatro è rapporto fra un pubblico in carne e ossa e personaggi in carne e ossa che agiscono sul palcoscenico. Mentre il cinema è un rapporto fra una platea in carne e ossa e uno schermo, delle ombre. Invece il calcio è di nuovo uno spettacolo in cui un mondo reale, di carne, quello degli spalti dello stadio, si misura con dei protagonisti reali, gli atleti in campo, che si muovono e si comportano secondo un rituale preciso. Perciò considero il calcio l'unico grande rito rimasto al nostro tempo. Il calcio come ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”.
Intervista di Guido Gerosa a Pier Paolo Pasolini per l'Europeo del 31 dicembre 1970.

FOTO: Una foto di Pasolini calciatore sui muri di fianco allo studio di Silvio Parrello conosciuto come il Pecetto, uno dei ‘Ragazzi di Vita’ raccontati da Pasolini.
Bologna e Laura Betti
Le geografie di Pasolini di martedì 01/03/2022
calendar_today 01/03/2022 10:31
"Pioniera della contestazione? Sì, ma anche sopravvissuta alla contestazione. Quindi restauratrice di uno stata quo ante. (...) È invecchiata e morta: ma son sicuro che nella sua tomba ella si sente bambina. Ella è certamente fiera della sua morte, considerandola una morte speciale. (...) Ella ha aderito alla sua qualità reale di fossile, e infatti si è messa sul volto una maschera inalterabile di pupattola bionda; (ma: «attenti, dietro la pupattola che ammette di essere con la sua maschera, c’è una tragica Marlene, una vera Garbo»). Nel momento stesso però in cui concretava la sua fossilizzazione infantile adottandone la maschera, eccola contraddire tutto questo recitando la parte di una molteplicità di personaggi diversi fra loro, la cui caratteristica è sempre stata quella di essere uno opposto all’altro. (...) Questo è il necrologio di un’eroina. Bisogna aggiungere che era molto spiritosa e un’eccellente cuoca".
Un estratto dal falso necrologio di Laura Betti che Pasolini scrisse per la rivista Vogue nell'aprile 1971.

FOTO: Quadro di Pier Paolo Pasolini donato da Laura Betti all'Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna.
Pasolini e il PCI
Le geografie di Pasolini di venerdì 25/02/2022
calendar_today 25/02/2022 10:31
"Voto comunista perché ricordo la primavera del 1945, e poi anche quella del 1946 e del 1947. Voto comunista perché ricordo la primavera del 1965, e anche quella del 1966 e anche quella del 1966 e del 1967. Voto comunista, perché nel momento del voto, come in quello della lotta, non voglio ricordare altro. La natura ci ha dato la facoltà di ricordare (o sapere) e di dimenticare (o non sapere), volontariamente o involontariamente ciò che vogliamo: qualche volta la natura è giusta. Ricordo e so che nel ’45, ’46, ’47 si poteva vivere la Resistenza. Ricordo e so che nel ’65, ‘66, ’67, quando era ormai ben chiaro che avevamo vissuto la Resistenza ma non la liberazione, si poteva vivere una lotta reale per la pace, per il progresso, per la tolleranza: una Nuova Sinistra in cui confluiva il meglio di tutto. Ricordo e so che, anche quando questa illusione necessaria é andata perduta, siete restati solo voi giovani comunisti".
"Cos’è questo golpe? Io so", di Pier Paolo Pasolini.

FOTO: Una ricostruzione, nel Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, della bacheca della sezione del PCI di Casarsa con un manifesto originale dell’epoca, che si trovava sotto portico di San Giovanni di Casarsa, una piccola frazione di Casarsa della Delizia situato a fianco della chiesa parrocchiale. Gli scritti in italiano e in friulano erano ispirati da Pasolini allora segretario di questa sezione del PCI.
Pasolini e Roma
Le geografie di Pasolini di giovedì 24/02/2022
calendar_today 24/02/2022 10:31
“(…) Ricordo che un giorno passando per il Mandrione in macchina con due miei amici bolognesi, angosciati a quella vista, c’erano, davanti ai loro tuguri, a ruzzare sul fango lurido, dei ragazzini, dai due ai quattro o cinque anni. Erano vestiti con degli stracci: uno addirittura con una pelliccetta trovata chissà dove come un piccolo selvaggio. Correvano qua e là, senza le regole di un giuoco qualsiasi: si muovevano, si agitavano come se fossero ciechi, in quei pochi metri quadrati dov’erano nati e dove erano sempre rimasti, senza conoscere altro del mondo se non la casettina dove dormivano e i due palmi di melma dove giocavano. Vedendoci passare con la macchina, uno, un maschietto, ormai ben piantato malgrado i suoi due o tre anni di età, si mise la manina sporca contro la bocca, e, di sua iniziativa tutto allegro e affettuoso ci mandò un bacetto”.
Pier Paolo Pasolini, "Vie Nuove", maggio 1958.

FOTO: La trattoria Biondo Tevere con il tavolo dove Pasolini passò la sua ultima sera con Giuseppe Pelosi condannato per il suo assassinio, anche se l’intera vicenda rimane tuttora avvolta nel mistero.
Pasolini Insegnante
Le geografie di Pasolini di mercoledì 23/02/2022
calendar_today 23/02/2022 10:31
“Cominciò così il nostro sfollamento da Casarsa a Versuta, dove io fin dall’ottobre del ’43, (...) avevo affittato una specie di granaio, nel quale già avevano trovato rifugio i miei libri. [...] decidemmo senz’altro di partire da Casarsa; io trasportai tutto quello che mi fu possibile con una carriola, da Casarsa a Versuta, attraverso i campi stillanti di Ottobre, sotto quel cielo (...). Il sedici del mese io e mia mamma facemmo il nostro ingresso a Versuta, con tutto il nostro linguaggio famigliare, il nostro orgoglio ancora senza incrinature: un orgoglio che aveva tradizioni di affetti, di estreme e incomunicabili confidenze, di generosità del tutto laiche, ma non per questo meno sacre per noi”.
Estratto da "Atti impuri", un primo tentativo di dare una struttura di romanzo alla materia scopertamente autobiografica che Pasolini affidava alle pagine "segrete" dei suoi diari, i famosi cinque "Quaderni rossi", scritti dal maggio 1946 all'ottobre 1947.

FOTO di Bruno Zanzottera / agenzia Parallelo Zero: Maria Anna Lenarduzzi, conosciuta con il soprannome di Mariannina, fu un’allieva di Pasolini alla scuola media di Valvasone. Qui è ritratta al Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia in quella che fu la casa di famiglia con alcuni degli arredi originali.
La famiglia di Pier Paolo Pasolini
Le geografie di Pasolini di martedì 22/02/2022
calendar_today 22/02/2022 10:31
"Io e Pier Paolo siamo figli della guerra, nel senso che i nostri padri erano due giovani soldati della prima guerra mondiale, abbastanza amici fra loro, che sposarono due sorelle di Casarsa: mia madre e la madre di Pasolini. Tra Pier Paolo e me c’era una differenza di sette anni, ma già da ragazzino io gli andavo sempre dietro".
Il poeta e scrittore Nico Naldini, cugino e amico di Pier Paolo Pasolini, dichiarazione ricavata da un'intervista rilasciata nell'ottobre 2005 al quotidiano La Provincia di Sondrio.

FOTO: La tomba di Pasolini nel cimitero di Casarsa situata a fianco di quella della madre Susanna Colussi con cui il poeta mantenne un rapporto speciale per tutta la sua vita.
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