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Pubblica di lunedì 15/01/2024
Pubblica di lunedì 15/01/2024
calendar_today 15/01/2024 11:01
“Ci troviamo in un mondo fratturato (frammentato?) e con crescenti divari sociali. Dobbiamo ricostruire la fiducia nel nostro futuro”. Sono le parole di Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum che oggi inizia i propri incontri a Davos, in Svizzera. Ci saranno i rappresentanti dei governi di circa 120 paesi. Nemmeno quest’anno sono stati invitati esponenti del governo russo (embargati per l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca). Per il governo italiano ci sarà il ministro dell’economia Giorgetti. A Davos ci saranno anche decine di esponenti del mondo dell’impresa e della finanza internazionale. Pubblica ha ospitato oggi l’economista Emiliano Brancaccio. «Sostanzialmente – dice il professor Brancaccio – Davos è sempre stato un momento di celebrazione del capitalismo liberale, delle sue magnifiche sorti e progressive. Fino a una decina d'anni fa questa “festa” funzionava piuttosto bene, giungeva a compimento nella soddisfazione un pochino autoreferenziale dei manager dei capi di governo. Le cose – aggiunge Brancaccio - sono cambiate da allora. Il punto è che l'idea del capitalismo liberale come agente di prosperità, anche di emancipazione sociale, si è un po' appannata, per usare un eufemismo. La “festa” non riesce più tanto bene come un tempo, perché emergono delle pesanti contraddizioni dal punto di vista dei divari sociali. E’ evidente – conclude l’economista dell’università del Sannio - che siamo giunti ormai ad uno stadio della politica economica internazionale che tende verso forme di liberismo autoritario, cioè di liberismo per il capitale e di autoritarismo nei confronti delle classi subalterne, che ne subiscono gli effetti».