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Cosa mi aspetto da chi mi cura?
Cosa mi aspetto da chi mi cura?
calendar_today 27/08/2018 11:45
Aspettative e bisogni. Fare il terapeuta è solo un lavoro, che si conclude quando è finito il tempo del colloquio o della prescrizione di farmaci, o invece possiamo incontrare persone che provano empatia, trasmettono calore, diventano punti di riferimento nei momenti di difficoltà?..Questo interrogativo ha animato una discussione tra redattori/redattrici, e da qui è nata una nostra inchiesta...Quali sono gli atteggiamenti di chi ci cura che rendono più difficile il rapporto, o le cose che danno proprio fastidio? Quali sono invece i comportamenti che ci avvicinano alle persone ai quali ci affidiamo?....“La psichiatra che ho adesso secondo me è molto brava e mi fido molto di lei, ma ha una massa di pazienti, e per questo si attiva solo in caso di emergenza” – sostiene V...Altri si affidano sia a uno psichiatra che a uno psicologo, per avere meno paura di trovarsi soli in caso di emergenza...Qualcuno denuncia di aver ricevuto la prescrizione di molti farmaci: “mi è capitato anni fa, al primo appuntamento, con una psichiatra”. - racconta C. – “Io mi aspettavo di poterle parlare di più e avevo una certa avversione verso le medicine. Cercai di spiegarglielo ma lei mi rispose: allora non vuole guarire”...V. ricorda “Ho avuto uno psicologo che aveva sempre un’espressione fredda e imperturbabile. Si infervorava solo quando sbagliavo i pagamenti”...“La pastiglia aiuta, ma aiuta molto anche un buon colloquio” sostiene B...E’ importante sentirsi accolti da una persona; poi, attraverso questa accoglienza si accetta più facilmente l’uso degli psicofarmaci. Ma se si ha la sensazione che l’accoglienza cominci ad essere sostituita dall’uso dei farmaci, la fiducia stenta a instaurarsi.